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Pioderma gangrenoso post innesto cutaneo: case report
P. Betto, M. Bertazzoni, L. Germi, S. Panigalli, G. Trevisan, A. Vassilopoulou, C. Veller Fornasa
U.O. di Dermatologia - Ospedale San Bortolo, Vicenza


 

Si descrive il caso di un paziente di 20 anni che ci è stato inviato dai colleghi della Chirurgia Plastica. Il paziente era stato sottoposto circa 3 mesi prima ad un innesto cutaneo al tallone destro a seguito di un incidente stradale. In sede di innesto era comparsa da un mese circa un’ ulcera cribriforme, con molti piccoli cunicoli ed indentazioni. Gli esami ematochimici di routine erano nella norma e la radiografia del tallone non evidenziava alterazioni. Il paziente veniva trattato con amoxicillina e acido clavulanico 2 gr/die per 10 giorni in base al tampone cutaneo che risultava positivo per Stafilococco e con topici antibiotici e cicatrizzanti senza risultato.

La lesione si era lentamente ingrandita fino ad assumere le dimensioni di 10 per 7 centimetri e al momento dell’osservazione il paziente presentava febbricola con dolore intenso.

La diagnosi clinica suffragata anche dall’esame istologico è stata di gangrena postoperatoria progressiva cutanea di Cullen (1924), variante clinica di pioderma gangrenoso e rara complicanza post chirurgica.

Il paziente è stato trattato con prednisone 50 mg die per os per 15 giorni e poi a scalare per circa 2 mesi e con clobetasolo uso topico ottenendo la completa riepitelizzazione della lesione.

Nel caso di comparsa, dopo un intervento chirurgico, di un’ulcera resistente alla terapia antibiotica, il pioderma gangrenoso deve essere posto in diagnosi differenziale rispetto ad una gangrena ad eziologia infettiva.

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