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Corso SIDEC: Dermatologia Estetica e Correttiva

Peeling chimico delle mani
G. Labrini, Parma
Coordinatore Nazionale AIDA-GISP
Gruppo Italiano Studio Peeling


 

E’ notoria la difficoltà a trattare con il peeling aree diverse dal distretto facciale, per l’elevato rischio di cicatrici.

Numerosi sono stati comunque i trattamenti proposti per la risoluzione di lesioni, prevalentemente discromiche e discheratosiche, del dorso delle mani e degli avambracci.

Tutti o quasi i caustici sono stati utilizzati per il peeling del dorso delle mani: dalla pasta all’acido salicilico all’acido tricloroacetico, dalla soluzione di Jessner agli alfaidrossiacidi, talora combinati tra loro. Sono stati utilizzati anche il fenolo, la neve carbonica e l’azoto liquido.

I migliori risultati si ottengono generalmente effettuando peeling superficiali, ripetuti ad intervalli di circa 3 settimane, associando nel pre e post-peel, trattamenti topici con tretinoina allo 0,1% e fotoprotettori.

Tipo di cute e fototipo, densità delle ghiandole sebacee (e loro stato di attività), concentrazioni utilizzate, tecnica e durata di applicazione, costituiscono i principali parametri di riferimento.

Vengono presentate le indicazioni, le controindicazioni, alcune tecniche, gli effetti avversi e le possibili complicanze, evidenziando anche le criticità, correlate alla pecularietà delle sedi anatomiche da trattare, e rappresentate essenzialmente da ridotto spessore cutaneo, scarsa densità delle ghiandole sebacee e superficialità della rete vascolare.

La selezione dei pazienti deve essere accurata, per valutare, al di là delle indicazioni clinico-estetiche, il grado di motivazione e le aspettative dei soggetti da trattare.

 

 

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Martedì 16

Mercoledì 17

Giovedì 18

Venerdì 19

Sabato 20

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