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Corso AIDA-GISP

TCA: indicazioni e limiti
G. Labrini, Parma

Coordinatore GISP, Gruppo Italiano Studio Peeling


 

L’Acido Tricloroacetico (TCA), rappresenta il prototipo dell’agente chimico ideale per l’effettuazione del peeling “moderno”, da quando Monash, nel 1945, descrisse il suo impiego nel trattamento delle cicatrici post-acneiche.

Il TCA viene utilizzato in soluzioni acquose a varie concentrazioni: le percentuali più utilizzate variano in genere dal 10% al 50%. La preparazione delle soluzioni si ottiene mescolando i cristalli di TCA, in grammi equivalenti alla percentuale desiderata (es. 30 grammi = 30%), in acqua distillata, per un volume totale di 100 cc.

La tecnica di esecuzione, a prescindere dalle differenti concentrazioni scelte ed usate, prevede procedure pressoché assimilabili. Quasi mai necessarie misure sedative e/o analgesiche, tranne nei casi in cui vengano eseguiti peeling combinati o comunque medio-profondi.

Tipo di cute e fototipo, densità delle ghiandole sebacee (e loro stato di attività), concentrazioni utilizzate, tecnica e durata di applicazione costituiscono i principali parametri di riferimento.

Le principali indicazioni al trattamento sono rappresentate da photoaging, sleep creases, berloque dermatitis, rughe fini e superficiali, melasma medio-superficiale ed esiti cicatriziali, soprattutto post-acneici.

Le controindicazioni maggiori sono rappresentate da diatesi fibroblastica, gravidanza, dermatite atopica, melasma medio-profondo ed orticaria cronica.

Fondamentale è la selezione dei pazienti, per valutarne, al di là delle indicazioni clinico-estetiche, il grado di motivazione e le aspettative.

Le reazioni avverse (rare ma possibili), sono rappresentate essenzialmente da cicatrici, discromie ed impetiginizzazioni secondarie. La relativa velocità di esecuzione, l’assenza di tossicità e/o reazioni allergiche, l’ecletticità di utilizzo ed i costi contenuti, rappresentano i vantaggi di questa pratica efficace e, dopo una certa esperienza operativa, quasi del tutto indenne da rischi.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

  1. LABRINI G.: Peeling: Acido Tricloroacetico. In : Medicina Estetica – Metodologie diagnostiche, preventive e correttive. C.A. Bartoletti – Roma, Ed. Salus Intern. 1998, 549 – 555.
  2. RUBIN M.G.: Manual of chemical peels. Philadelphia, J.B. Lippincott Co., 1995.
  3. LABRINI G.: Peeling chimici. In L. Celleno: Guida alla Dermatologia Cosmetologica; 2001, vol. II: 79-90. Percorsi Editoriali di Carocci Editore, Roma.
  4. LABRINI G.: Side effects and complications of chemical peeling. JEADV 2003; 17, suppl. 3: 465.
  5. LABRINI G.: Peeling chimico: proposta di una scheda paziente anamnestico-procedurale. Dermatologia Ambulatoriale 2004; XI, 4: 50-54.
  6. LABRINI G., TEOFOLI P.: Side effects and complications of chemical peels. JEADV 2004; 18, suppl. 2: 77.
  7. LABRINI G.: Chemical face peels: management of side effects and complications. EADV 3d Spring Symposium, Sofia: 19-22 May 2005. Book of Abstract: 168-169.
  8. LABRINI G.: Peeling chimici. Dermatologia Ambulatoriale. Anno XIII, 1-2: 24-32, 2005.

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