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A colloquio con gli esperti

 

Dermoscopia: cento lesioni equivoche per metterti alla prova
 


 

La Dermoscopia (D.) ha senza dubbio spalancato una nuova dimensione nella diagnostica dermatologica, che si pone idealmente tra la clinica e l’istopatologia.

Metodica valida e, in mani esperte, affidabile, essa rappresenta al momento l’approccio strumentale più diffuso per l’analisi in vivo delle lesioni pigmentate cutanee ed in particolare per la diagnosi precoce del melanoma.

Grazie alla D. la capacità di differenziare le lesioni sospette da quelle benigne è notevolmente migliorata. Sono stati identificati, infatti, pattern dermoscopici riconducibili a lesioni pigmentate benigne, melanocitarie e non, che consentono nella maggior parte dei casi di evitare il prelievo bioptico. Parimenti, sono osservabili criteri evocativi di malignità che, combinati più o meno fra loro, inducono alla escissione della lesione.

Non sempre, tuttavia, la diagnosi risulta agevole: esistono pattern dermoscopici sede-specifici che richiedono una particolare attenzione e competenza, criteri dermoscopici comuni a più lesioni e pattern talora indistinguibili.

La capacità di valutazione e di conseguenza il corretto management delle lesioni sottoposte ad indagine dermoscopica sono strettamente correlati al livello di esperienza dell’operatore.

Di qui l’importanza, per gli utilizzatori della metodica, di partecipare a corsi teorico-pratici di dermoscopia e soprattutto la necessità di affinare le proprie capacità diagnostiche mediante sessioni interattive di casistica dermoscopica.

Il Corso in questione si propone appunto di verificare le capacità diagnostiche di ogni partecipante, mediante un’amplissima selezione di lesioni cutanee pigmentate e non pigmentate, proposta da alcuni dei più noti esperti di D. in ambito nazionale ed internazionale.

E’ prevista l’interattività con i partecipanti al corso, che saranno chiamati a valutare con l’ausilio di un Tutor la natura delle lesioni ed a deciderne la gestione.


 

 

Agostino Crupi

Dermatologo, Novara

 

Nonostante i progressi ottenuti nella diagnostica differenziale con l’utilizzo della dermoscopia, esistono dei casi limite per i quali anche un livello di esperienza superiore non è sufficiente per dirimere i dubbi e le controversa diagnosi tra lesione cutanea di tipo melanocitario e non, e tra lesione benigna o maligna.

In tali casi rimane indispensabile la valutazione istopatologica della lesione e questo mette in evidenza l’importanza della collaborazione stretta e costante tra il clinico ed il patologo. Una sempre attenta e professionale collaborazione tra i due permette un costante arricchimento del bagaglio culturale per entrambi, con il risultato finale della migliore precisione diagnostica nei casi dubbi o difficili.

L’autore cercherà di dimostrare come alcuni criteri specifici possono essere alle volte non sufficientemente importanti da permettere una diagnosi differenziale certa. Inoltre è importante ricordare come l’integrazione della dermoscopia nel contesto della valutazione clinica globale del paziente permette di migliorare ulteriormente la diagnosi differenziale. Esistono dei parametri clinici come l’età del paziente, il fototipo, il numero e la tipologia delle altre lesioni neviche, la sede della lesione, la storia evolutiva, ecc. , che sono in grado di migliorare l’accuratezza diagnostica. In presenza di alcuni dati clinici sospetti, la valutazione dermoscopica di alcuni parametri poco chiari o sfumati sarà di ulteriore ausilio diagnostico. Una delle regole in dermoscopia da non dimenticare e quindi da ricordare è : “ nel dubbio sempre meglio asportare “ .


 

Saturnino Gasparini

Coordinatore G.I.D. (Gruppo Italiano di Dermoscopia dell‘A.I.D.A.)

 

La dermoscopia rappresenta attualmente la metodica diagnostica più importante per l’analisi in vivo delle lesioni pigmentate cutanee ed in particolare per la diagnosi precoce del melanoma.

Grazie a questa metodica la capacità di differenziare le lesioni sospette da quelle benigne è notevolmente migliorata . Sono stati identificati,infatti, pattern dermoscopici riconducibili a lesioni pigmentate benigne, melanocitarie e non, che consentono nella maggior parte dei casi di evitare l’approccio bioptico. Ugualmente, sono osservabili criteri di malignità che, combinati più o meno fra loro, inducono alla escissione della lesione.

Non sempre,tuttavia, le cose sono semplici: esistono pattern dermoscopici sede-specifici che richiedono una particolare attenzione e competenza,criteri dermoscopici comuni a più lesioni e pattern talora indistinguibili.

La capacità di valutazione e di conseguenza il corretto management delle lesioni sottoposte ad indagine dermoscopica sono strettamente correlati al livello di esperienza dell’operatore. Di qui l’importanza,per gli utilizzatori della metodica, di partecipare a corsi teorico-pratici di demoscopia e soprattutto la necessità di affinare le proprie capacità diagnostiche mediante sessioni interattive di casistica dermoscopica .

In questa sessione i partecipanti potranno osservare numerosi casi clinico-dermoscopici

sia didattici che di difficile interpretazione,valuteranno con l’ausilio del tutor la natura delle lesioni e decideranno la loro gestione

Mercoledì 20

Giovedì 21

Venerdì 22

Sabato 23

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