CORSO: Dermoscopia: la conosci davvero? Il Melanoma “difficile” Dermatologo, Perugia
La diagnosi clinico-dermoscopica del melanoma è, nella maggioranza dei casi, agevole. Quando la regola dell’ABCDE clinico trova adeguata applicazione, è peraltro probabile che all’esame dermoscopico corrispondano criteri indicativi di un melanoma di discreto spessore, quali strie irregolari, velo blu-biancastro, pattern vascolare atipico, etc. In tal caso la demoscopia altro non può che confermare il sospetto clinico di melanoma; né la strategia gestionale della lesione, né la prognosi, purtroppo, trarranno vantaggio da ciò. La vera sfida è diagnosticare il melanoma ad un livello di progressione neoplastica ancora limitato, che possa garantire soddisfacenti indici di sopravvivenza a 5 anni. A tal fine dobbiamo giocoforza spostare la nostra attenzione su melanomi che, per precocità di osservazione, presentino caratteri clinici e dermoscopici assimilabili a quelli di altre lesioni pigmentate benigne, di natura melanocitaria e non; in questo caso il contributo dell’indagine dermoscopica può risultare decisivo ai fini diagnostici e prognostici. Abbiamo personalmente individuato alcune tipologie di presentazione clinico-dermoscopica del melanoma in situ/sottile: a tipo “nevo lentigginoso”, a tipo “nevo di Spitz/Reed”, a tipo “nevo di Clark”, a tipo “cheratosi seborroica”, a cui si aggiunge il melanoma acromico/ipocromico. Riuscire a riconoscere i criteri dermoscopici che differenziano tali quadri di melanoma “difficile” dalle lesioni cui sono ad un primo acchitto assimilabili significa salvare molte vite.. | ||
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