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Corso SILD: Laserdermatologia
Estetica in Dermatologia:

Sorgenti di Luce e Implicazioni Medico-legali

 

Luce pulsata nel trattamento delle lesioni iperpigmentate
G. Cannarozzo**, P. Bonan**, P. Campolmi*

*Fisioterapia Dermatologica Clinica Dermatologica – Università di Firenze

**Società Italiana Laser in Dermatologia Clinica Dermatologica-Università di Firenze


 

I sistemi non coerenti di luce pulsata ad alta intensità (LP) emettono in un ampio spettro con lunghezze d’onda comprese tra 500 e 1200 nm. Con l’aiuto di filtri idonei che riducono lo spettro delle lunghezze d’onda è possibile colpire più selettivamente cromofori cutanei importanti come l’emoglobina e la melanina ed allargare il ventaglio delle indicazioni: trattamento di epilazione, ipercromie e lesioni vascolari superficiali. Si tratta di una luce ad alta energia, non selettiva, non coerente e non collimata con fluenze comprese fra 3 a 40 J/cm2 e durata dell’impulso che può variare da 10 a 340 msec con impulsi singoli, doppi o tripli e pause tra un impulso e l’altro estremamente variabili (2-100 msec). Queste proprietà permettono una grande variabilità nella scelta dei parametri selezionando la giusta combinazione operativa per i differenti fototipi ed indicazioni. La scelta del filtro più adatto deve essere fatta considerando prima di tutto il fototipo da trattare tenendo presente che, in particolare con questo tipo di trattamento, la riduzione al minimo dei rischi deve essere considerato come il fattore primario.

Oggetto della nostra esperienza è stata la valutazione dei risultati ottenuti nel trattamento delle iperpigmentazioni superficiali con LP. La superficialità della macchia può essere valutata con sistemi di rilevazione fotografica con filtro ultravioletto. In caso di fototipo 1 ed al tempo stesso presenza di macchie molto evidenti sono stati utilizzati i seguenti parametri operativi: fluenza 9 J/cm2, 2 impulsi equalizzati della durata di 3.5 e 4.2 ms, con intervallo di 10 ms. Nel caso di fototipi 2 e 3 il contrasto con la macchia si riduce e, seppure con grande prudenza e contrariamente ai protocolli proposti da altri autori, è stato necessario aumentare la fluenza (10-10.5 J/cm2) o ridurre la durata del primo impulso. Nel trattamento di questo inestetismo è stato utilizzato un manipolo di 550 nm per concentrare le lunghezze d’onda preferibilmente sul cromoforo melanina. Le reazioni specifiche post-trattamento che ne documentano l’efficacia (end point) sono rappresentate da iperpigmentazione paradossa, eritema perilesionale da lieve ad intenso e modesto edema.

Fino ad oggi solo pochi lavori hanno riportato significativi ed importanti miglioramenti clinici (riduzione e/o scomparsa delle iperpigmentazioni) ed istologici (riduzione dei macrofagi dermici contenenti melanina) nel trattamento di lesioni pigmentate con luce pulsata (1-3).

Lo scopo della nostra esperienza è stato:

a) polarizzare l’attenzione sull’utilizzo corretto dei sistemi a luce pulsata ottimizzando il rapporto fra scelta dei parametri operativi, assorbimento del target pigmentario e profondità di penetrazione.

b) evidenziare la particolare efficacia della luce pulsata nelle lesioni iperpigmentate

c) valutare l’eventuale utilizzo di tecniche diagnostiche non invasive per documentare in maniera strumentale i risultati clinici ottenuti.

 

 

  1. Campolmi P., Bonan P., Cannarozzo G., Mokhtarzadeh S., Lotti T. : Sorgenti di luce pulsata ad alta intensità. Hi.Tech Dermo 2007; 1.
  2. Cymbalista NC., Prado de Olivera ZN.: Treatment of idiopathic cutaneous hyperchromia of the orbital region (ICHOR) with intense pulsed light. Dermatol Surg 2006; 32 (6): 773-84.
  3. Yamashita T., Negishi K., Hariya T. et al.Intense pulsed light therapy for superficial pigmented lesions evaluated by reflectance-mode confocal microscopy and optical coherence tomography. J Invest Dermatol 2006; 126 (10): 2281-6.

Mercoledì 20

Giovedì 21

Venerdì 22

Sabato 23

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