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CORSO: le alopecie in chiazze
 

Metodi strumentali nella diagnosi e prognosi delle alopecie in chiazze
R. D’Ovidio

AIDA-Tricologia, Bari


 

 

La diagnosi e la prognosi delle alopecia in chiazze non possono prescindere da un attento esame obiettivo, volto a valutare il cuoio capelluto ed i peli della chiazza alopecica. Ausili importanti per questi scopi sono alcune tecniche, fra cui il pull test, il tricogramma, la dermatoscopia del cuoio capelluto, l’esame istologico e l’esame micologico.

La comparsa e l’evoluzione clinica delle lesioni delle Alopecie in chiazze sono notoriamente difficilmente prevedibili. Per quanto riguarda le alopecie cicatriziali è nota la tendenza autorisolutiva nella maggior parte dei casi di Lichen Planus nelle sue varie forme cliniche. La Follicolite Decalvante può anch’essa risolversi spontaneamente, rendendo dubbi i risultati clinici di un protratto trattamento medico con antibiotici o retinoidi. La prognosi è più dubbia nel LED per le possibili riacutizzazioni come avviene tipicamente nelle lesioni in aree fotoesposte. Forme cliniche più "fredde" come la Pseudoarea di Brocq possono andare incontro a stabilizzazione o ad espansione subdola ed asintomatica. Per quanto riguarda l'alopecia areata non bisogna mai sottovalutare la sua imprevedibilità, sia per quello che riguarda la sua evoluzione in forme più gravi, sia per la possibile recidività. La sua prognosi è influenzata dal tipo di forma clinica alla comparsa, dalla presenza di altri disordini immunologici e dall’età del paziente in occasione del primo episodio.In queste patologie utili indici prognostici possono essere forniti dal pull test, dal tricogramma e dalla dermatoscopia, che possono fornire dati significativi sull'attività delle processi patologici in atto. Il pull test, eseguito in sede perilesionale, ci presenterà nelle forme fibrotizzanti in fase attiva i capelli con guaine gelatinose (cheveux pseudopeladique) in cui sono presenti, in fase degenerativa, tutte le guaine epiteliali del follicolo pilifero. Nell’Alopecia Areata in fase acuta si osserveranno capelli spezzati a “punta di matita” ed un eccesso di capelli in teloptosi più o meno distrofica. Il tricogramma perilesionale ed anche in aree clinicamente indenni è utile nell’Alopecia Areata in quanto permette di visualizzare bulbi in Anagen distrofico o un eccesso di capelli in Telogen, potendo fornire così indicazioni sull’espansione delle chiazze, altrimenti documentabili con un meno pratico esame istopatologico su sezioni trasversali della biopsia. Un aspetto poco noto ma significativo è rappresentato dal riscontro di peli a punto esclamativo con aspetti di Anagen Distrofico o normale ove la noxa sia meno intensa o nelle fasi di remissione spontanea o farmacologica della patologia, Con il tricogramma è inoltre possibile fare diagnosi differenziale con la Tricotillomania, risparmiando al paziente –soprattutto pediatrico- una biopsia: oltre ai danneggiamenti del fusto pilare sarà possibile verificare la presenza di circa il 100% di capelli anagenici perilesionali, data la rimozione forzata di tutti quelli in Telogen –più facilmente estraibili-. La dermatoscopia e la videodermatoscopia sono utili per la diagnosi delle alopecia in quanto permettono l’esame ravvicinato del cuoio capelluto, con l’osservazione degli osti follicolari e del fusto dei capelli. Gli ingrandimenti usati vanno dal 20x all’80x. La dermatoscopia potrà dimostrare nelle forme infiammatorie delle Alopecie cicatriziali: aloni peripilari, collaretti squamosi, capillari ectasici, anelli cheratinici peripilari, “tufted hair”, pseudo-pili torti e pseudo-peli a punto esclamativo. Nell’Alopecia Areata in fase attiva permetterà di visualizzare psudocomedoni, “yellow dots” (orifici follicolari dilatati, ripieni di sebo e/o frammenti pilari), peli “cadaverizzati” ed a punto esclamativo, pseudomonilethrix, su uno sfondo di cuoio capelluto ischemico, mentre nelle aree in remissione saranno visibili peli sottili in ricrescita con riattivazione del circolo capillare.A volte per la diagnosi delle alopecia in chiazze è indispensabile lo studio istopatologico del cuoio capelluto. Il prelievo bioptico deve essere fatto ai margini della chiazza alopecica, dove sono visibili gli aspetti di “attività” della malattia, e non in aree centrali o cicatriziali.Solitamente i preparati istologici colorati con ematossilina-eosina sono sufficienti per la diagnosi. L’immunofluorescenza diretta è un ulteriore esame in caso di difficoltà diagnostiche fra LPP e LED, in quanto è sensibile e specifica per la diagnosi di LED.

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Giovedì 21

Venerdì 22

Sabato 23

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