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NEWS (02/11/2005)

Errori in sanità spesso infondati
E' quanto afferma l'Amami, l'associazione medici accusati di malpratice ingiustamente.
Il legale: "Risponderemo con azioni legali"


TESTO:

Rappresaglie e accuse infondate: i medici sono sotto tiro, ma a rimetterci è quasi sempre il rapporto con il paziente. "Non è più tollerabile il clima denigratorio che si sta diffondendo nei confronti dei sanitari, né le accuse generalizzate che i mass media amplificano immotivatamente": così Milena Santonocito, legale dell'Amami (Associazione medici accusati di malpratice ingiustamente), per dire basta agli attacchi dei media nei confronti dei medici ogni volta che un episodio di cronaca diffonde il semplice sospetto di "malasanità".
"La sacralità del diritto alla salute del cittadino - continua la Santonocito - non può implicare il sacrificio dei diritti di tutta la classe medica. Non v'è dubbio che dovrebbero ricevere pari tutela sia la corretta aspirazione del medico a vedere svincolata la propria attività da ingiustificate rappresaglie, sia il diritto del malato a essere curato nel migliore dei modi".
Secondo la legale, la relazione medico-paziente attraversa una fase storica molto delicata, per certi versi nuova e per altri gravemente minacciata nella sua funzione "da comportamenti tesi a screditare l'autorevolezza e il decoro professionale del medico, che ne minano il prestigio e che lo identificano come il 'bersaglio economico' sul quale lucrare, in ogni caso, a torto o ragione, un risarcimento economico".
"Sintomatico dei dati riportati, che creano solo inutili e pericolosi allarmismi - continua - è il dato certo che l'aumento delle cause civili e penali non corrisponde ad un aumento delle condanne, visto che i 2/3 dei medici accusati viene poi assolto", sebbene dopo un lungo calvario personale e professionale che ha costi enormi.
L'Amami, che oggi conta oltre 30000 iscritti, su iniziativa del suo presidente dottor Maurizio Maggiorotti ha per questo già costituito dei tavoli di lavoro e messo a punto progetti con istituzioni, facoltà mediche, ordine dei medici, rappresentanze sociali e civili, compagnie assicurative.
L'obiettivo è "ricreare - spiega l'associazione - quelle condizioni di rinnovata fiducia e lealtà intellettuale tra medico e cittadino, nell'interesse della sanità pubblica e privata. In ogni caso, la disponibilità dei medici a fare i capri espiatori sta giungendo al termine. Un concetto espresso in maniera inequivocabile da una nota dell'Amami: "Nell'interesse della categoria - è scritto nel comunicato - l'Amami si riserva tramite i propri legali la proposizione di azioni giudiziarie a tutela della reputazione e decoro professionale dei propri iscritti, eventualmente lesi da contenuti informativi che non soddisfano nemmeno l'interesse sociale".

Fonte: Tuo Quotidiano, n° 194 del 01/11/2005



 

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