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				 Errori in sanità  spesso infondati 
         E' quanto afferma l'Amami, l'associazione medici accusati di malpratice 
				 ingiustamente. 
				 Il legale: "Risponderemo con azioni legali"
            
				
				  
				 
  
				 TESTO:
				  
				  
         Rappresaglie e accuse infondate: i medici sono sotto tiro, ma a rimetterci è 
				 quasi sempre il rapporto con il paziente. "Non è più tollerabile il clima 
				 denigratorio che si sta diffondendo nei confronti dei sanitari, né le 
				 accuse generalizzate che i mass media amplificano immotivatamente": così Milena 
				 Santonocito, legale dell'Amami (Associazione medici accusati di malpratice 
				 ingiustamente), per dire basta agli attacchi dei media nei confronti dei 
				 medici ogni volta che un episodio di cronaca diffonde il semplice sospetto di 
				 "malasanità".  
				 "La sacralità del diritto alla salute del cittadino - continua la Santonocito - non 
				 può implicare il sacrificio dei diritti di tutta la classe medica. Non v'è dubbio 
				 che dovrebbero ricevere pari tutela sia la corretta aspirazione del medico 
				 a vedere svincolata la propria attività da ingiustificate rappresaglie, 
				 sia il diritto del malato a essere curato nel migliore dei modi".  
				 Secondo la legale, la relazione medico-paziente attraversa una fase storica 
				 molto delicata, per certi versi nuova e per altri gravemente minacciata 
				 nella sua funzione "da comportamenti tesi a screditare l'autorevolezza e il 
				 decoro professionale del medico, che ne minano il prestigio e che lo identificano 
				 come il 'bersaglio economico' sul quale lucrare, in ogni caso, a torto o ragione, 
				 un risarcimento economico". 
				 "Sintomatico dei dati riportati, che creano solo inutili e pericolosi 
				 allarmismi - continua - è il dato certo che l'aumento delle cause civili e 
				 penali non corrisponde ad un aumento delle condanne, visto che i 2/3 dei medici 
				 accusati viene poi assolto", sebbene dopo un lungo calvario personale e professionale 
				 che ha costi enormi. 
				 L'Amami, che oggi conta oltre 30000 iscritti, su iniziativa del suo 
				 presidente dottor Maurizio Maggiorotti ha per questo già costituito dei tavoli 
				 di lavoro e messo a punto progetti con istituzioni, facoltà mediche, ordine dei 
				 medici, rappresentanze sociali e civili, compagnie assicurative. 
				 L'obiettivo è "ricreare - spiega l'associazione - quelle condizioni di rinnovata
				 fiducia e lealtà intellettuale tra medico e cittadino, nell'interesse 
				 della sanità pubblica e privata. In ogni caso, la disponibilità dei medici 
				 a fare i capri espiatori sta giungendo al termine. Un concetto espresso 
				 in maniera inequivocabile da una nota dell'Amami: "Nell'interesse della 
				 categoria - è scritto nel comunicato - l'Amami si riserva tramite i propri 
				 legali la proposizione di azioni giudiziarie a tutela della reputazione e 
				 decoro professionale dei propri iscritti, eventualmente lesi da contenuti 
				 informativi che non soddisfano nemmeno l'interesse sociale".
		 
		 
		Fonte: Tuo Quotidiano, n° 194 del 01/11/2005
		 
		 
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